Il progetto dell’efficientamento energetico

Quando si parla di progettazione dell’efficientamento energetico degli edifici, ci si pone l’obbiettivo di ottenere un miglioramento nelle prestazioni energetiche degli stessi.

In un paese come l’Italia dove gran parte dell’edificato è stato costruito prima che i criteri di efficienza energetica fossero una necessità cogente del progetto delle costruzioni, oggi l’obbiettivo dell’efficienza energetica riveste una particolare valenza strategica, infatti per un paese con scarse risorse energetiche e che ha peraltro ormai da tempo dismesso gli impianti nucleari di produzione di energia, il risparmio energetico è un’esigenza anche nell’ottica geo politica, come hanno ampiamente dimostrato i recenti eventi bellici in Ucraina.

Mentre per la progettazione delle nuove costruzioni l’efficienza energetica è un obbiettivo progettuale chiaramente indicato dalle normative vigente, con alcune tecniche ormai di grande diffusione, nella progettazione della ristrutturazione, grazie anche alle regole meno stringenti, molto spesso gli obbiettivi di efficienza energetica vengono posti in secondo piano rispetto ad altre esigenze.

Per quanto riguarda gli interventi specifici di efficientamento energetico, realizzati in maniera indipendente da altre opere di ristrutturazione, il mercato recentemente, grazie all’incentivazione fiscale, hanno avuto un notevole impulso, che ha portato il tema al centro del dibattito tecnico in primis e conseguentemente politico.

Nella progettazione dell’efficientamento energetici degli edifici l’approccio da perseguire è quello che di avere un edificio che “consumi” poca energia, l’energia necessaria è preferibile produrla con macchine ad alto rendimento e tali macchine per quanto possibile dovrebbero essere alimentate da energia rinnovabile.

Ovviamente il processo di progettazione dell’efficientamento energetico, non può prescindere dalle leggi della fisica, e in particolare dalle leggi della termodinamica, peraltro le moderne teorie sull’efficienza energetica non prendono in esame solamente il prodotto finito “edificio” ma anche l’energia consumata per la produzione dei componenti dello stesso, questo per dire che una progettazione oculata non deve guardare solo ai vantaggi di un determinato intervento di efficientamento, ma anche ai relativi costi, sia in termini energetici di produzione che in termini meramente economici, in modo da poter valutare i benefici ottenibili e i costi da sostenere. 

OPERATORE APR specific

Lo STUDIO TECNICO ANTONELLI GIOLI è un operatore APR abilitato all’esecuzione di missioni di volo in categoria Specific.

Grazie agli attestati conseguiti dai nostri piloti e alla nostra flotta di droni, siamo in grado di richiedere ed ottenere l’autorizzazione ad effettuare operazioni anche in zone interdette al volo dei droni, secondo le regole dell’aria ENAC.

Da punto di vista delle regole dell’aria, i droni o più propriamente Aeromobili a Pilotaggio Remoto (APR), sono soggetti a specifica regolamentazione, per la loro conduzione, a seconda del peso del velivolo (MTOM) e della complessità delle operazioni da svolgere, è richiesto per il Pilota remoto, il possesso di idonei attestati di addestramento sia teorico che pratico.

Le missioni di volo possono essere di tipo OPEN o di tipo SPECIFIC, le operazioni i in categoria open sono a loro volta suddivise in 3 categorie (A1, A2 e A3) a seconda del peso dell’APR, e del luogo nel quale si svolgono le operazioni, caratteristica comune delle operazioni in categoria OPEN è che non possono essere svolte in zone o a quote dove le regole dell’area emanate dall’ENAC (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile), prevedono l’interdizione al volo degli APR.

Le operazioni in categoria SPECIFIC, sono le operazioni più complesse per le quali è necessaria una specifica valutazione dei rischi, tali operazioni sono condotte nelle zone o alle quote nelle quali è interdetto il volo degli APR o in particolari condizioni operative, quali ad esempio le flotte di droni.

Esistono una serie di valutazioni dei rischi definite STANDARD, che le regole dell’aria prevedono per particolari scenari operativi e che possono essere utilizzati per condurre le operazioni di volo, nel caso in cui siano rispettati tutti i parametri dei così detti SCENARI OPERATIVI STANDARD, tali operazioni necessitano autorizzazione da parte dell’autorità aeronautica, la quale emette un provvedimento che prevede la riserva della spazio aereo per l’esecuzione dell’operazione di volo, tale provvedimento si chiama NOTAM (NOtice To AirMen) ed è di fatto un avviso agli operatori e piloti relativo alle operazioni autorizzate.

L’operatore APR per poter richiede la riserva di spazio aereo (ovvero l’emissione del NOTAM), è necessaria che sia iscritto al portale D-Flight, che abbia nella flotta un aeromobile idoneo per il quale è stata prestata dichiarazione di rispetto delle regole previste negli scenari standard e avere un pilota con attestato di addestramento teorico e pratico per lo specifico scenario operativo.

Il pilota per poter condurre APR in operazioni specific utilizzando gli scenari standard itazioni (IT-STS01 e IT-STS02) deve aver conseguito gli attesta della categoria OPEN, aver frequentato un corso relativo alle comunicazioni aeronautiche e uno relativo alla gestione della squadra di volo, e successivamente aver superato l’esame di addestramento teorico e pratico presso una scuola di volo autorizzata da ENAC per gli specifici scenari di volo.

Fotogrammetria per generazione di nuvole di punti

La metodologia di rilievo tramite fotogrammetria terrestre o aerea viene utilizzata per la generazione di nuvole di punti, utili alla rappresentazione grafica di immobili o porzioni di territorio.

Le fotografie scattate da terra o da volo fotogrammetrico vengono elaborate con l’ausilio di software basato sulla tecnologia “Track for Motion”, tale elaborazione consente la generazione della nuvola di punti dell’oggetto del rilievo fotografico. 

Gli specifici software di elaborazione di set fotografici eseguono l’elaborazione di immagini digitali e genera dati spaziali 3D da utilizzare per misurazioni indirette di oggetti di varie scale. 

La prima fase del rilievo fotogrammetrico consiste nella affissione dei target precedentemente stampati nell’area di rilievo, avendo cura di disporli in modo da coprire l’intera area del rilievo. 

La fase successiva è stata quella dell’esecuzione del set fotografico del complesso edilizio, gli scatti possono essere eseguiti con fotocamera da terra oppure con fotocamera montata su drone.

Il set fotografico aereo è particolarmente utile nel caso di rilevo di porzioni di territorio relativamente grandi o di immobili i cui aggetti mettono “in ombra” porzioni dell’immobile con fotografie terrestri.

Nel caso di utilizzo di drone, il piano di volo viene progettato sulla base della quota di volo, della velocità di volo, della sovrapposizione tra i vari scatti e dei parametri ottici della fotocamera.

La terza e ultima fase delle operazioni di rilievo in campagna è quella dell’esecuzione del rilievo celerimetrico dei target posizionati sui fabbricati e sull’area di interesse.

Tale rilievo, eseguito tramite stazione totale o tramite stazione GNSS, ha lo scopo di misurare le distanze reali che saranno utilizzate per scalare correttamente la nuvola di punti. 

I dati del rilievo celerimetrico vengono esportati dallo strumento topografico e con l’ausilio di software per elaborazione di misure topografiche, vengono elaborati al fine di ottenere l’elenco dei punti con le relative coordinate cartesiane ortogonali tridimensionali. 

L’elaborazione del set fotografico consente di generare la nuvola di punti, la succesiva georeferenziazione della stessa, tramite la messa in corrispondenza tra i target fotografati e le coordinate cartesiane ortogonali dei punti rilevati con strumentazione topografica, consente la scolatura della nuvola di punti.

La nuvola di punti così ottenuta può essere utilizzata in software BIM o CAD per la generazione del modello del fabbricato e della porzione di territorio rilavato.

I software di calcolo agli elementi finiti

Il progetto delle strutture tipiche dell’ingegneria civile, ha subito negli ultimi anni notevoli progressi, infatti l’elaborazione di nuovi modelli di calcolo, sviluppati parallelamente all’aumentata potenza di calcolo degli elaboratori elettronici, permette ormai di spingere la simulazione a livelli di precisione alti, peraltro l’introduzione degli elaboratori elettronici, permette la possibilità di analizzare rapidamente varie soluzioni progettuali, consentendo all’Ingegnere di spostare l’attenzione dal mero calcolo matematico alla ottimizzazione della soluzione progettuale proposta.

I software utilizzati per il calcolo strutturale degli edifici rientrano nella più ampia categoria dei software per il calcolo agli elementi finiti.

Il funzionamento dei software agli elementi finiti avviene in generale attraverso quattro distinte fasi di lavoro, più precisamente si può distinguere:

La fase di definizione della geometria

Nei software per il calcolo degli edifici oggi disponibili sul mercato la geometria viene definita direttamente all’interno del software stesso, importando eventualmente grafici che consentano una agevole inserimento degli elementi strutturali, definendo di fatto le coordinate cartesiane dei vari elementi che compongono la struttura, e definendone la tipologia. 

La fase di input Pre-processing 

Dopo aver definito adeguatamente la geometria dell’elemento oggetto di simulazione, si passa alla fase di pre-processing che comprende tutte le operazioni necessarie prima di avviare il calcolo. 

Tale fase inizia con l’operazione di meshatura durante la quale viene creato il modello agli elementi finiti ,effettuando il passaggio che è il cardine dei metodi di calcolo definiti FEM, ovvero il passaggio dal corpo continuo (costituito da superfici e/o volumi) ad un sistema discreto, costituito da elementi 1D, 2D, 3D in relazione alla geometria ed al problema da trattare, da punto di vista matematico si passa da un sistema risolvibile con equazioni differenziali ad un sistema risolvibile con equazioni algebriche. 

La seconda parte della fase pre-processing è costituita dalla definizione delle condizioni al contorno (Set-up Boundary Conditions). 

In tale fase vengono definiti e caratterizzati i materiali in riferimento, la caratterizzazione dei materiali è basata sui modelli costitutivi definiti mediante prove di laboratorio, come ad esempio la prova di trazione per l’acciaio. 

Dopo l’assegnazione dei materiali è necessaria l’impostazione delle condizioni al contorno, consistente nell’assegnazione dei vincoli e dei carichi. 

La fase di Run (Solver)

Dopo aver realizzato la mesh, caratterizzato i materiali, impostato le condizioni al contorno, effettuato i 

necessari controlli, il modello rappresentativo dell’oggetto da analizzare è completo e si può avviare il calcolo. 

Da ora in poi sarà il software ad eseguire le rimanenti operazioni, senza l’intervento del progettista, il quale dovrà intervenire nuovamente nella fase di analisi dei risultati.
Nella fase di calcolo (detta anche fase di Run) il solver, che può essere interno o esterno, esegue i calcoli risolvendo le equazioni algebriche che nei punti definiti tramite la mesh, fino ad ottenere una soluzione approssimata coerente con il modello creato.

La fase di Post-processing 

Nell’ultima fase, la fase di post-processor, vengono analizzati i risultati dei calcoli prodotti dal solver. 

In questa fase, interviene nuovamente il progettista, l’intervento è estremamente importante, in quanto è il momento nel quale viene controllato il risultato non solo al fine di decidere se la simulazione è andata a buon fine, confermando le ipotesi, ma anche valutando la correttezza degli interventi progettati anche dal punto di vista della loro sostenibilità economica. 

In conclusione l’introduzione dei software basati sulla metodologia FEM, sfruttando l’enorme capacità di calcolo messa a disposizione dai moderni calcolatori elettronici, permette al progettista di spostare l’attenzione dalle operazioni strettamente matematiche all’ottimizzazione del progetto.

Infatti la estrema rapidità di calcolo del modello dell’edificio, consente di apportare allo stesso modifiche che consentano di migliorare le prestazioni globali della struttura, soprattutto nell’ottica dello studio in condizioni sismiche.

Mirko Gioli – Estratto dalla tesi per il conseguimento di master di II livello in “Ingegneria Sismica”